Il 6 novembre 2022 ricorre il Trentennale della morte di Padre Igino Ettorre, Docente emerito del Conservatorio di Musica “T. Schipa” di Lecce, Compositore, Direttore di Coro e Studioso della Storia musicale del territorio pugliese e più specificamente salentino.
Già a partire dagli anni Settanta (del Novecento) ebbi modo di collaborare in varie importanti occasioni con questo illustre Francescano Musicista, appassionato cultore della Polifonia, rinascimentale in particolare, che contribuì a divulgare con competenti esecuzioni alla guida di varie formazioni vocali tra le quali fece principalmente spicco il “Gruppo Madrigalistico Salentino”.
Nel 1978 fummo insieme per la “Prima Rassegna Regionale di Canto Liturgico Pugliese” nella Concattedrale di Taranto, dove furono eseguite nostre originali composizioni di Musica per la Liturgia insieme a quelle di altri autorevoli Compositori attivi in Puglia in quegli anni: Don Aldo Chiappinelli, Don Salvatore Pappagallo, Don Luigi Minerva, Don Donato Bleve… tutti ecclesiastici ad eccezione del sottoscritto e dell’anziano (era del 1906) Maestro Pietro Lanzillotta, storico Direttore della Banda di Castellana Grotte; io comunque, con i miei 22 anni, ero certamente il più giovane tra gli autori presenti, anche se potevo già fregiarmi della titolarità della carica di Organista e Maestro di Cappella della Basilica Cattedrale di Monopoli (che ricoprivo già da 7 anni) per le cui esigenze di ordine pratico, così come s’usava un tempo, erano nati i brani liturgici eseguiti nell’evento musicale tarantino.
Padre Igino in quegli anni era altresì Delegato Regionale per la Musica Sacra, e proprio in virtù di siffatta carica diresse tutti i 9 Cori partecipanti alla Rassegna tarantina nell’esecuzione dei Corali di J.S. Bach con cui si apriva e chiudeva l’intera imponente manifestazione.
Fu proprio in quella particolare circostanza che nacque il nostro rapporto professionale e di amicizia, fondato sul comune specifico interesse per la Musica rinascimentale e barocca, che praticavamo entrambi piuttosto pionieristicamente (lui con l’attenzione principalmente rivolta verso la produzione vocale, io verso quella strumentale e specificamente tastieristica): si rese conto con stupore e compiacimento che per la mia generazione ero indubbiamente un antesignano, e soprattutto lo sbalordì l’insospettata circostanza che io compissi il mio percorso formativo, lontano dalla Puglia, sotto la guida dei “mostri sacri” della Musica Antica del Novecento; forse proprio per questo fui da lui prescelto per curare la pubblicazione dei lavori musicali presentati a Taranto, che confluirono poi utilmente nella prima Antologia nella storia del Canto Liturgico postconciliare in Puglia, il volume “Esultanti Cantiamo”, fortemente voluto dalla Conferenza Episcopale Pugliese ed edito da Rugginenti di Milano nel 1982.
Il luogo prescelto per le riunioni tecniche era l’Abbazia Benedettina della Scala a Noci, dove ci accoglieva il gregorianista Padre Anselmo Susca.
Nel frattempo, a metà strada fra la memorabile Rassegna tarantina e la successiva, già citata, pubblicazione delle relative Partiture musicali, si segnalarono in particolare almeno altri due eventi artistici di rilievo che ci videro lavorare fianco a fianco in proficua sinergia.
Nel 1980 tenni ad Alberobello, per la locale Scuola di Musica, una Lectio Magistralis sul tema “Dalla vocalità rinascimentale a quella barocca”, con il supporto interpretativo del “Gruppo Madrigalistico Salentino”, per l’appunto diretto da Padre Igino, che eseguì competentemente varie composizioni polifoniche del periodo storico trattato, da Palestrina a Monteverdi.
L’anno dopo, nell’estate del 1981, nelle mie vesti di Direttore artistico del “Primo Festival di Musica Antica”, organizzato nella Città di Monopoli, invitai ad aprire siffatto Festival proprio Padre Igino, alla guida della sua storica formazione corale, per l’esecuzione di un ricco Programma, simile a quello alberobellese dell’anno precedente, incentrato sulla Polifonia del Cinque- e Seicento.
Negli anni seguenti, i vari e notevoli impegni di ciascuno separarono, come spesso accade, le nostre strade.
Resta comunque in me indelebile il ricordo di una seria e profonda stima reciproca e soprattutto il riconoscimento, quasi una sorta di “consacrazione” sul campo, delle mie varie competenze professionali ed artistiche, specificamente nel campo musicologico e cembalo-organistico, oltre che compositivo, da parte di un autorevole Decano della Musica Antica in Puglia.
© Domenico Morgante
(tutti i documenti riprodotti provengono dall’Archivio privato Domenico Morgante di Monopoli)