Carissimo Filippo,
mio grandissimo e indimenticabile Amico.
Quest’anno, come ben sai, ricorre il Centenario della tua nascita (eri del ’22, due anni più grande di mio padre) ed io avrei tanto voluto eseguire in tuo onore, e per tua memoria, un Concerto d’Organo in quella cittadina di Polignano a Mare che tu, nativo di Gioia del Colle, avevi scelto, per convinta affinità elettiva, per vivere insieme alla compagna di tutta la tua vita, la carissima Titina.
Tutti ti conoscevano come abilissimo e delicato Pittore, ma soltanto chi ti conosceva intimamente (ed io avevo il privilegio di essere tra questi) sapeva della tua natura di Musicista. Sì, soprattutto oggi (mi pare piuttosto evidente date le circostanze…), nessuno ahimé ricorda che tu, forte del tuo Diploma di Violino, amavi la Musica sopra ogni cosa e che la tua prima attività professionale e artistica, nei tuoi anni giovanili (quelli del secondo dopoguerra), era stata proprio nelle vesti di Violinista di Fila nell’Orchestra del glorioso Teatro Petruzzelli di Bari.
Ricorderai senz’altro che ci conoscemmo un sabato (facile da ricordare poiché il luogo era aperto soltanto in quel giorno della settimana…), verso la metà degli anni Settanta del Novecento, nell’Archivio Diocesano di Monopoli. Io in quell’epoca ero ancora titolare del grande Organo “F. Consoli” dell’attigua Basilica Cattedrale, di cui peraltro ricorre proprio quest’anno il Centenario della costruzione (a proposito, siete perfetti coetanei, tu di gennaio, “lui” di marzo), e conducevo le mie ricerche musicologiche sui preziosi Documenti che quell’importante struttura (che anch’io avevo contribuito, nel mio piccolo, a istituire facendo opera volontaria di facchinaggio… anche se trasportare Codici miniati rinascimentali e Pergamene medievali più che una fatica è un privilegio) ancora oggi custodisce, avendo la fortuna (ma forse anche un po’ di merito ci starebbe bene, non ti pare?…) di riportare alla luce autentici tesori musicali quali il Codice Lapazaya del 1532, la Messa per la Madonna della Madia del 1728 e tanti altri Manoscritti che ricorderai senz’altro poiché tra questi c’era anche quello che diede l’avvio alla nostra amicizia: lo Stabat Mater in “canto fratto” del Monastero delle Benedettine della tua Polignano che in seguito tu stesso, col tuo ineffabile Centro Ricerche, mi pubblicasti.
La nostra amicizia durò un intero ventennio, ma soprattutto in quei vent’anni (in verità qualcuno in meno poiché la malattia degli ultimi anni ti strappò alla vita pubblica per un po’ prima di farti volare in Cielo) realizzammo insieme una serie di importanti e fondamentali iniziative per la comunità cittadina finalizzate alla valorizzazione di tutto quello che di musicale quel piccolo, ma attivo (almeno nei secoli passati…), territorio aveva saputo esprimere e tramandare.
Così nel 1983 organizzammo, con la mia direzione scientifica (poiché tu, in maniera affettuosa ma soprattutto competente, in campo musicale ti fidavi solo di me), anzitutto il Primo Convegno Nazionale per la Tutela e il Restauro degli Organi Storici della Puglia, a cui partecipò addirittura uno dei primi tra i titolari dell’allora recente Dicastero dei Beni Culturali della storia repubblicana italiana, il Ministro On. Nicola Vernola. Eravamo stati degli autentici antesignani in questo delicatissimo settore e io mi giocavo la carta della mia solidissima formazione compiuta sotto la guida del “numero uno” in siffatti studi, il grande Luigi Ferdinando Tagliavini che, come certamente ricorderai, ebbe modo di compiacersi anch’egli in prima persona con le nostre pionieristiche iniziative.
Un paio di anni più tardi, nel 1985, organizzammo quindi una grande Mostra fotografica per la valorizzazione e la tutela di quei preziosi Strumenti (nonché di alcuni Manoscritti e Libri musicali) che giacevano ormai silenti da lunghissimi decenni nelle varie chiese cittadine, e in quella circostanza io scrissi il volume “Monumenti Musicali Polignanesi”, edito, con la tua Prefazione, da Schena di Fasano. Ma nella stessa circostanza – poiché quello era anche l’Anno Europeo della Musica, ricorrendo la straordinaria concomitanza del Terzo Centenario della nascita di J.S. Bach, G.F. Händel e D. Scarlatti – su tua richiesta eseguii anche un Concerto organistico interamente dedicato a Musiche di Bach presso l’Abbazia di San Vito, inaugurando nel contempo anche il nuovo Organo meccanico a due tastiere là da poco collocato. Tre eventi di risonanza nazionale in un colpo solo. Grazie alla nostra abnegazione si parlava di Polignano a Mare come non mai sulle Riviste musicali in tutt’Italia e tu documentavi puntualmente sempre tutto con i tuoi appassionati e ricchi servizi giornalistici sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, di cui eri collaboratore ricercato e prezioso.
Sai che conservo gelosamente tutti i ritagli di quegli articoli nel mio Archivio privato?… Se oggi si effettuasse la trascrizione di tutti quei “pezzi” ne verrebbe fuori un volume che racconta la Storia della Musica di Polignano a Mare e sullo sfondo quella del nostro comune lavoro di ricerca e della nostra amicizia.
Con il Convegno da un lato e la Mostra dall’altro ponemmo tutti i presupposti per il restauro, secondo le più accreditate metodologie, dei quattro preziosi Organi polignanesi superstiti (Matrice, Purgatorio, Natività, Trinità), di cui nessuno prima delle mie ricerche conosceva epoca e paternità di costruzione, iniziando dal “De Simone” settecentesco della Chiesa del Purgatorio, che inaugurammo nel 1986 con un Festival Organistico Internazionale di cui io tenni il Concerto di apertura e il secondo Wijnand van de Pol, invitato in esclusiva per quell’occasione. Al suddetto Festival diedero la loro adesione per l’Albo d’Onore personalità di spessore elevatissimo, dal mio Maestro Tagliavini al grande Sergio Zavoli allora Presidente della Rai. Per gli altri tre Organi furono avviate le pratiche burocratiche per il loro restauro ma non c’erano i fondi necessari e fu tutto rinviato al futuro. Successivamente altri hanno portato a compimento tale nostra opera, tuttavia omettendo, secondo le “moderne consuetudini”, di fare menzione (come sarebbe stato doverosamente normale quando esisteva la buona creanza) del nostro lavoro e dei nostri nomi (pagando tuttavia il prezzo dell’imprecisione storica nelle cose scritte e dette…).
Certe amenità odierne in questo settore ci fanno sorridere, vero Filippo?… Ma uno dei mali peggiori del nostro tempo è la memoria corta e in troppi oltretutto fingono di non sapere o di non ricordare. Sì, “Mala tempora…” diresti tu che, come me, amavi il Latino e il parlare forbito.
Ma agli Angeli che ti circondano non possiamo solo ricordare il nostro impegno culturale pubblico, poiché due amici fraterni che si rispettino sono tali anche nella vita privata. E difatti la nostra fu un’amicizia, come suol dirsi, a 360 gradi. Partecipasti anche al mio Matrimonio, l’anno dopo il Festival, senza farci mancare mai i tuoi delicati e affettuosi acquerelli che segnavano le tappe fondamentali della nostra vita. Difatti forse i tuoi Angeli non sanno che eri solito (era una tua originalissima abitudine) restituire disegnate e acquerellate con una tua dedica ad hoc le partecipazioni inviate per gli eventi importanti: così dopo tanti anni campeggiano incorniciate sulle pareti di casa le partecipazioni del mio Matrimonio (persino il Menù del nostro pranzo nuziale…) e quelle della Nascita dei miei due figli trasformate da te in autentiche e uniche opere d’arte soffuse di quella tenerezza che contraddistingueva il tuo stile pittorico e definiva graficamente la tua visione poetica della vita e dell’Arte.
Nel 1989 ci fu quindi l’Anno Europeo del Barocco ed anche in quell’occasione non volesti far mancare a Polignano un mio Concerto organistico, nuovamente nell’Abbazia di San Vito gremita come la prima volta fino all’inverosimile.
Non dimenticasti mai neppure l’aspetto didattico, tant’è che organizzasti (ancora una volta nella storica e affascinante Abbazia di San Vito) delle indimenticabili audizioni per gli studenti delle Scuole durante le quali io parlavo dell’Organo, della sua storia e delle sue caratteristiche costruttive, facendone infine ascoltare la voce con la Toccata e Fuga in Re minore di Bach che, come dicevi tu, ammesso che fosse un po’ “inflazionata a livello di ascolto”, rimaneva pur sempre “un gran bel pezzo”.
Altre conferenze, relazioni, ricerche e articoli pubblicati riempirono i nostri anni di lavoro in comune (ho ricordato in dettaglio soltanto le cose forse più importanti), finché le tue condizioni di salute ti costrinsero ad un isolamento forzato che fu per te l’anticamera dell’ineluttabile sorte.
Tuttavia anche quel giorno ti fui vicino: in quell’assolata, ma triste e spenta nonostante il luminosissimo sole ferragostano, giornata del 12 agosto 1997 ti accompagnai fino alla tua ultima dimora staccandomi da te con molta difficoltà.
«Ha amato come pochi Polignano» titolò giustamente quel giorno una testata locale. Visto il silenzio che avvolge questa ricorrenza centenaria, c’è da chiedersi che fine abbia fatto oggi l’oggetto di quell’amore…
Io ogni volta che in macchina, recandomi a Bari, all’altezza di Polignano costeggio inevitabilmente il Camposanto dove riposi in pace, rivolgo a te il mio pensiero affettuoso. 1997-2022: 25 anni dalla tua scomparsa, una ricorrenza nella ricorrenza; doppia occasione sprecata per un’intera comunità che ha il demerito di aver dimenticato (o cos’altro?…) un suo autentico “Vate”, poiché autentica Poesia erano i tuoi dipinti e sempre poeticamente hai ricercato, studiato, vissuto e amato.
Oggi suonerò solo per te nel mio studio dove abbiamo progettato e sognato insieme.
Salutami la tua adorata Titina e arrivederci fra un po’ di anni (lo spero per me poiché ho ancora vari progetti da portare a termine…).
dedicato a
FILIPPO FRANCO FAVALE
(Gioia del Colle, 2 gennaio 1922 – Polignano a Mare, 12 agosto 1997)
nel Centenario della nascita
Domenico Morgante