Il 3 ottobre 1973 Enrico Berlinguer a Sofia era destinato a morte sicura.
Gli capitò uno strano incidente automobilistico al termine di una visita ufficiale in Bulgaria.
Doveva rientrare in Italia ed era diretto all’aeroporto di Sofia. Durante il percorso, ci fu uno scontro causato da un camion, che improvvisamente, con una scriteriata manovra, si era piazzato di traverso sul percorso dell’auto sulla quale viaggiava. L’impatto fu disastroso.
Contuso, Berlinguer riuscì miracolosamente a salvarsi, ma uno degli occupanti la vettura morì in seguito alle gravi ferite riportate. Gli altri erano due dirigenti di primo piano del partito comunista bulgaro.
Enrico Berlinguer, senza entusiasmo, aveva appena concluso alcuni incontri con i massimi dirigenti di quel Paese, tra cui il segretario generale del partito comunista, al quale, a proposito dell’invasione di Praga del 1968, aveva confidato: «Allora avevamo posizioni diverse. Devo dire, molto apertamente, che non abbiamo motivi per rivedere la nostra posizione».
Portato in ospedale, dopo essere stato visitato, rifiutò il ricovero, che gli era stato consigliato, e disse di voler ritornare subito in Italia. Dell’accaduto avvisò Letizia, sua moglie, alla quale non era sfuggito il sospetto, espresso dal marito, che quell’incidente non fosse stato un caso fortuito.
L’evento, appena raccontato, dice chiaramente che il segretario del PCI non aveva buoni uffici, anzi era inviso ai massimi dirigenti del blocco sovietico. Sin da quando, il 17 marzo del 1972, a Milano, in occasione del 13° Congresso Nazionale del P.C.I. subentrò a Luigi Longo e fu eletto segretario nazionale.
Nel discorso conclusivo aveva affermato che ormai era necessario giungere a «un superamento graduale, fino alla liquidazione dei blocchi contrapposti». Riconoscendo in tal modo, ufficialmente e per la prima volta, lo smantellamento del Patto di Varsavia.
Per questo motivo il nuovo segretario del PCI era apparso un avversario agli occhi di quei partiti.
Il 15 giugno 1976 Berlinguer, in un’intervista rilasciata a Giampaolo Pansa per il Corriere della Sera, disse che si sentiva più sicuro «sotto l’ombrello protettivo della Nato».
Il 3 novembre 1977, in occasione delle celebrazioni del 60° anniversario della Rivoluzione d’ottobre, a Mosca, Berlinguer, formalmente invitato con una delegazione italiana, tenne un discorso molto breve. Meno dei sette minuti a lui concessi, e confinato nella sale delle “Colonne”, adiacente alla sala ufficiale dove si svolgeva il congresso.
Il segretario del partito comunista italiano, il più grande dei partiti comunisti dell’occidente, affermò che «La democrazia è il valore storicamente universale sul quale fondare un’originale società socialista».
Queste parole furono accolte con evidente gelo dalla pur numerosa platea, senza applauso finale.
Al ritorno da Mosca, all’aeroporto di Fiumicino, era atteso da un compiaciuto Ugo La Malfa, allora segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano.
Infine, dopo la presa del potere del generale Jaruzelski in Polonia, nella conferenza stampa del 15 dicembre 1981, in TV, Berlinguer, rispondendo alle domande dei giornalisti, espresse, con una lunga e approfondita dissertazione dialettica, il famoso assioma:
«Si è esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione d’Ottobre».
Il giorno successivo, tanti i commenti positivi della stampa italiana, tra cui Sergio Turone, Giampaolo Pansa ed Eugenio Scalfari.
Grazie per il commento. Apprezzabilissimo era il suo articolo e lo stile del Suo commento.
Il mio, in tutta umiltà, intendeva esprimere soltanto una critica (politica) alla specifica frase del compianto Segretario Enrico Berlinguer, che, probabilmente in modo inconsapevole, lasciava intendere che il movimento comunista avesse avuto, nei periodi precedenti al 1981, una qualsivoglia “SPINTA PROPULSIVA”.
I periodi precedenti erano stati infatti caratterizzati dal Stalin e compagni suoi successori.
Dunque non c’era mai stata “spinta propulsiva” a beneficio dei popoli, ma solo male e tragedia a cui il nostro cercava giustamente di dissociarsi.
Ha soltanto usato termini sbagliati
Tutto ciò con il massimo rispetto e ammirazione verso l’uomo Berlinguer.
Gent.mo Sergio Misuri,
grazie per la dettagliata e analitica risposta.
Un cordiale saluto.
Antonio Losito
“si è esaurita la spinta propulsiva” che si era esplicata sotto la guida di Stalin, Breznev, Honecker, Ceausescu, Rakosi, ecc. ecc.
Forse era più rispondente a verità un’affermazione del tipo: il comunismo ha fallito in tutte le sue espressioni
Gent.mo Sergio Misuri,
il mio è un articolo di giornale, che sottolinea un evento importante della storia e della vita politica italiana. Senza velleità ho messo in evidenza la citata frase di Enrico Berlinguer, che sancisce definitivamente il fallimento totale della Rivoluzione d’Ottobre.
La ringrazio per il suo contributo. La invito a scrivere per noi. Quando vuole.
Un cordiale saluto.
Antonio Losito